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Storie di terrazzi senza panorami

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Riflettevo recentemente su come molte persone, pur dotate di notevoli competenze, intelligenze e capacità, non siano in grado di esprimere il loro potenziale nel mondo.

Come “terrazzi senza panorami”: potrebbero avere l’affaccio sul mare, ma nella realtà si ritrovano davanti un edificio di cemento armato.

Il processo di consapevolezza e, soprattutto, di attivazione delle energie a nostra disposizione richiede quasi sempre molto tempo. E spesso non basta nemmeno quello, perché sono tanti i fattori che possono condizionare le spinte di cambiamento evolutivo di un individuo.

 
Un tuffo in piscina?

In questo scenario, il percorso di crescita personale subisce un arresto e il rischio è quello di rinunciare a ciò che potrebbe essere importante per la nostra vita.

Un pò come come sedersi a bordo piscina e tentennare prima di tuffarsi, con il piede che rimane bloccato lì, perché a tenerlo fermo c’è un sentimento antichissimo, il più naturale possibile: la paura.
Una sensazione talmente forte che ci porta ad auto-limitarci, lasciandoci in una sorta di “limbo” irrisolto, perché la trasformazione ci spaventa troppo e piuttosto che fare questo famoso “salto” decidiamo inconsciamente di ridimensionare le nostre risorse.

Il coraggio non è altro che la paura dopo aver subito un processo di trasformazione.

 

L’obiettivo diventa quindi trasformare la paura (che rappresenta comunque uno strumento utile, in grado di segnalarci i pericoli) in un alleato, prendendo il controllo delle cose per realizzare la migliore versione di noi stessi.

Ricordo ancora le parole che mi pronunciò tempo fa una persona saggia, poco prima di una situazione che mi stava causando grandi timori:

il coraggio non è l’assenza di paura, ma fare le cose nonostante essa.



Cosa accadrebbe se…

Trovare il coraggio di abbattere quell’edificio di cemento armato per lasciare spazio al panorama del mare ha molto a che vedere con lo “sblocco” di pensieri, emozioni, azioni. Un processo certamente complesso che personalmente, nel tempo, ho imparato a gestire chiedendomi:
“qual è la cosa peggiore che potrebbe accadermi se provassi a raggiungere l’obiettivo X?”

Il più delle volte le conseguenze che mi vengono in mente non sono poi così catastrofiche.
E oggi, se penso di non voler fare qualcosa solo perché mi fa paura, sorrido “tra me e me” scuotendo la testa, perché, quando mi dico “noooo, ma non voglio farlo”, vuol dire che in fondo già lo sto facendo.

Fabrizio Cupolino
Fabrizio Cupolino
Ehilà, benvenuto sul mio Blog! Sono Fabrizio Cupolino e mi occupo ormai da diversi anni di marketing e comunicazione d’impresa, con particolare attenzione al mondo digital. Vivo ogni nuovo progetto come se fosse sempre un "primo appuntamento".